Marcia o Muori

È il motto che campeggia sul bando di arruolamento della Legione Straniera. La Legione nasce nel 1831: il Re di Francia Luigi Filippo ha bisogno di un reparto da inviare oltre mare, in Algeria, ma i francesi non capiscono l'avventura della Africa settentrionale, e non la condividono. Quindi non sono propensi ad impegnare soldati nazionali. Il re – che è stato appena costretto a licenziare i reggimenti svizzeri e tedeschi - coglie al volo l'occasione di ricreare una unità che non sia composta da “figli di Francia”, da utilizzare per missioni ad alto rischio, come appunto le operazioni oltremare. Nasce così la "Légion Etrangère", organizzata in battaglioni composti esclusivamente da truppe straniere. E’ un reparto considerato quasi di disciplina. L'equipaggiamento che riceve, quando lo riceve, è quello di seconda mano, ed è l'ultimo reparto ad essere riequipaggiato con armi e vestiario. Nonostante questo la Legione si distingue subito per una durissima disciplina, ed un altrettanto duro addestramento. Viene subito impiegata in Algeria e poi nella Guerra Carlista in Spagna, dal 1835 al 1838. Poi ancora nel Nord Africa, dove iniziano a delinearsi le operazioni che renderanno famosa la Legione durante tutta la sua storia. Colonne volanti, che marciano con rapidità impensabile nei terreni più impervi e aggrediscono il nemico quando meno se lo aspetta. Marcia o muori appunto!


La Legione acquisisce la sua nuova sede algerina a Sidi-bel-Abbès, che rimarrà tale per più di cento anni. Partecipa con eroismo a tutte le guerre della Francia. La Crimea, la guerra in Italia del 1859, dove si distinguerà a Magenta, e la sfortunata campagna in Messico, dove combatte la eroica battaglia (in realtà una piccola scaramuccia), di Camerone. La mano di legno del comandante, il capitano Danjou, rimarrà il simbolo dell’eroismo della Legione.
La legione straniera si batte ancora in Francia, contro gli ormai dilaganti prussiani, nel 1871, per poi ritornare in Algeria, ed iniziare la lunga e sanguinosa guerra per la pacificazione del Nord Africa, che con alterne fortune finirà solo a metà degli anni sessanta, con l'indipendenza dell'Algeria.
La Legione partecipa anche a tutte le avventure coloniali della Francia, come reparto di fanteria "pesante" ovvero fanteria super addestrata attorno al quale assemblare, insieme alla Fanteria di Marina, le spedizioni. Quindi vediamo i legionari combattere nel Tonkino, in Madagascar, in Dahomey e nell'Africa nera. Falcidiati dalle malattie, da insetti velenosi a e dalle frecce degli indigeni, i Legionari compiono ogni missione, e fanno invariabilmente la differenza fra la vittoria e la sconfitta.
Nel 1881 la grande svolta: anche i francesi possono arruolarsi fra la truppa. Vengono così attratti giovani avventurosi, artisti, francesi che optano per la legione anziché imboscarsi nei depositi di frontiera. Nasce l'epopea letteraria del Corpo ed aumenta la sua popolarità: finalmente qualcuno canta le sue gesta che raggiungono il grande pubblico.
Partecipano alla carneficina della Prima Guerra Mondiale e si coprono di gloria anche nella Seconda, tenendo il fronte a Bir Hakeim, ed infliggendo una dura sconfitta alla nostra Divisione Corazzata Ariete. I paracadutisti della Legione costituiscono il nucleo principale di truppe di élite impiegate in Vietnam: molti dei caduti a Diem Bien Phu, l'ultima battaglia che decreta la fine dell'impero francese in Vietnam, sono tedeschi ed italiani, soldati che hanno combattuto durante tutta la seconda guerra mondiale, e che alla fine del conflitto non sanno fare niente altro. Si trovano a combattere fianco a fianco dei loro nemici, molti dei quali avevano partecipato alla Seconda Guerra Mondiale come partigiani, e non erano più riusciti ad inserirsi in un contesto di pace.

Il reclutamento è stato alla base del grande successo della Legione: non si fanno domande, non si chiedono i documenti, ma si aprono centri di arruolamento immediatamente alla fine di ogni guerra. Le nuove reclute non sono più tedesche, italiane, russe o inglesi: sono tutti dei Legionari. Ancora oggi in parte è così, anche se la legione è ormai una forza scelta in cui i nazionali francesi sono preponderanti. Oggi si fa qualche domanda in più, i documenti servono, ma la regola rimane sempre la stessa: marcia o muori.


Le colonne volanti

Nasce dalle esigenza di spostarsi velocemente in terreni difficili: alcuni direbbero impossibili. Le colonne volanti, o compagnie montate, di montabile avevano un mulo ogni due legionari. Non c'era zaino, ed i soldati portavano con se cibo per tre-quattro giorni, acqua e molte munizioni. La regola era che uno dei due legionari montava sul mulo, e l'altro seguiva a passo accelerato: ogni ora si davano il cambio. Questo permetteva alla colonna di coprire fino a  50 km al giorno, in terreno montagnoso. Neanche le le tribù di indigeni a cavallo erano in grado di coprire questa distanza. La colonna Letutte, del secondo reggimento, coprì in 72 giorni 1825 km.


La battaglia di Haci-bel-Salem, aprile 1882

Nasce dalle esigenza di spostarsi velocemente in terreni difficili: alcuni direbbero impossibili. Le colonne volanti, o compagnie montate, di montabile avevano un mulo ogni due legionari. Non c'era zaino, ed i soldati portavano con se cibo per tre-quattro giorni, acqua e molte munizioni. La regola era che uno dei due legionari montava sul mulo, e l'altro seguiva a passo accelerato: ogni ora si davano il cambio. Questo permetteva alla colonna di coprire fino a  50 km al giorno, in terreno montagnoso. Neanche le tribù di indigeni a cavallo erano in grado di coprire questa distanza. La colonna Letutte, del secondo reggimento, coprì in 72 giorni ben 1.825 km.

Fabrizio Ceciliani



Lucca Comics & Games

Lucca Comics & Games srl

P. Iva 01966320465
Piazza San Romano - Ex Caserma Lorenzini - 55100 Lucca
Tel. +39 (0) 583 401711
Fax +39 (0) 583 401737
info@luccacomicsandgames.com