Biografia

Paolo BarbieriPaolo Barbieri immagina continuamente creature strane che popolano mondi lontani e misteriosi, in cui i destrieri dei cavalieri medievali sono sostituiti da draghi terribili o mostri millenari.

Visioni della mente che prendono vita attraverso fogli reali e digitali, in cui i colori si mischiano in giochi di luci ed ombre, dando forma a fantasie che diventano copertine di libri scritti da autori Italiani e di tutto il mondo.

 

Paolo ha iniziato la sua carriera nel lontano 1978. Circa.

Data che non corrisponde all'istante in cui è nato fisicamente a Mantova, ma che coincide col momento in cui i suoi occhi hanno visto per la prima volta un cartone animato chiamato Atlas Ufo Robot, il celeberrimo Goldrake, creato dal grande Go Nagai.

Ebbene si, fu proprio il robot giapponese a scatenare una serie di reazioni a catena che hanno portato le sue mani a prendere biro, matite e pennarelli, per ritrarre l'eroe della stella Fleed su fogli di ogni tipo e dimensione.

 

E poi arrivarono gli altri, nomi che sono scolpiti nel mito della televisione, come Capitan Harlock, Starblazers, Daltanious, Mazinga, Blue Noah , Jeeg e tanti altri, che contribuirono non poco a far entrare Paolo in mondi fantastici che non avrebbe più abbandonato.

Ispirazione che ricordando meglio si perde nella notte della memoria, all'asilo, quando tra tutti i libri che raccontavano storie, Paolo preferiva di gran lunga quello con sopra disegnata un astronave persa nello spazio tra miriadi di stelle luminose.

 

Anni dopo avrebbe capito che quell'illustrazione era solo una delle tante meraviglie create da un grandissimo disegnatore che ha plasmato la visione della fantascienza moderna, ovvero Chris Foss.

E poi arrivarono i film, in cui solo sprazzi visti qua e la diedero l'imput per nuovi e continui disegni: in particolare quel ragazzo biondo che vestito di bianco giocava con un modellino di astronave nella penombra della sua casa nel deserto, sognando battaglie lontane.

 

In effetti è strano aver capito dopo molti anni che quelle scene così ispiratrici appartenessero ad una pietra miliare come Guerre Stellari. Mancanza abbondantemente colmata rivedendo la trilogia un “discreto” numero di volte, fino a consumare le vhs. In effetti, grande invenzione il dvd.

Tra Goldrake e Guerre Stellari, vi furono centinaia di tentativi di ampliare la conoscenza approfondita sul funzionamento delle astronavi e dei mezzi meccanici.

Un grande aiuto venne dalla carta, che si prestava in maniera perfetta ad essere modellata con l'aiuto di colla e forbici, fino a prendere la forma di navi galattiche, robot trasformabili, portaerei, incrociatori, aerei da caccia, tutti pronti a sfidare il nemico di turno.

Ma Paolo non parteggiò molto tempo per i buoni, in quanto presto sperimentò quanto fosse più seducente creare nemici e cattivi che combattessero per il “lato oscuro”.

In questa fase un grande aiuto arrivò dai Lego, i fantastici mattoncini chiamati “le costruzioni”, che smontati e rimontati si assemblavano in oscure navi spaziali pronte a distruggere le città del pianeta Terra.

Tra un combattimento e l'altro, la fame di visioni non si fermava, cercando disegni che in quel di Mantova non era facile trovare.

 

Quando ancora le fumetterie non esistevano in città, l'unica fonte di ispirazione proveniva dalle copertine dei dischi, dove era facile incappare in mostri poco raccomandabili come Eddie, mascotte scarnificata degli Iron Maiden.

Quando dopo l'istituto d'arte, frequentò una scuola di grafica pubblicitaria a Milano, Paolo trovò finalmente il “paradiso”: una libreria dall'aspetto magnificente, con scaffali pieni zeppi di libri ricolmi di illustrazioni.

 

Così finalmente arrivarono Rodney Matthews, Boris Vallejo, Michael Whelan, Giger, Keith Parkinson, Brom e tutti quei nomi di grandissimi illustratori che diedero il definitivo colpo di grazia.

Con la tecnica sempre più affinata da anni di esercizio da autodidatta, con colori, pennelli e aerografo, si iniziarono ad intravedere i primi barlumi di quello che la mente di Paolo avrebbe voluto mostrare a tutti, senza più filtri e barriere.

 

L'operazione tuttavia non era facile: creare ciò che desiderava era direttamente proporzionale all'esperienza artistica e alla cultura visiva, con tecniche che permettevano di dare forma realistica al calore di pelli delicate o alla deformità di creature misteriose.

 

In quegli anni non mancarono nemmeno i gessetti. Paolo ha spesso partecipato al concorso nazionale che tutte le estati si tiene a Grazie di Curtatone, in provincia di Mantova, uno dei più importanti raduni di madonnari di tutto il mondo, e che ha vinto come maestro madonnaro nel 2003.

Disegnare sull'asfalto è affascinante, e partecipare a tappe che ti portano in giro per l'Italia e l'Europa, di fronte a gente che ti osserva incuriosita, è spesso esaltante.

 

Terminato il biennio nella scuola Milanese, iniziò una piccola esperienza con i biglietti d'auguri, tra teneri orsetti, cuoricini, coppie innamorate, fiori e cuccioli vari.

Ma quello che più interessava veramente a Paolo era la possibilità di dare forma ad un mondo che non esisteva.

Con disegni che riempivano il suo portfolio, si recò in diversi studi milanesi per mostrare le sue illustrazioni. Fu lo Studio Baroni, con cui tutt'ora collabora, che gli diede la prima commissione: una copertina per un libro Tea, chiamato “Come in una gabbia”.

In quel periodo Paolo insegnò per tre anni tecnica dell'aerografo, nella stessa scuola di grafica che aveva frequentato anni prima nei pressi di piazza San Babila.

 

Così iniziò un percorso, che portò il disegnatore mantovano a collaborare con tutte le più importanti case editrici italiane, creando copertine per Umberto Eco, Clive Cussler, Desmond Bagley, Ursula Le Guin, George R. R. Martin, Cornelia Funke, Michael Crichton, Sergej Luk'Janenko, Lian Hearn, Bernard Cornwell, Wilbur Smith, Marion Zimmer Bradley e tanti altri.

 

A questi si affiancarono disegni realizzati per le finalità più disparate: dai manuali per studi medici, fino a una sterminata serie di fascicoli chiamata “I soldatini dell'antica Roma”.

Non mancarono sonore stroncature date da alcuni art director che non consideravano l'arte di Barbieri sufficientemente dettagliata e “fantasy”.

 

Nel 1999 ( data precisa tra il circa e il forse), arrivò la prima copertina per Urania, storica collana fantascientifica della Mondadori, che fece realizzare a Paolo l'antico desiderio di cimentarsi con astronavi e affini.

Nel 2001 si presentò un esperienza decisamente interessante per il cinema, relativa al lungometraggio animato Aida degli alberi. Nella produzione del cartone animato, Paolo ottenne l'incarico di direttore delle scenografie chiave, che sarebbero servite come riferimento visivo per tutti gli artisti italiani, europei e coreani, che avrebbero dovuto dipingere tutti i fondali del cartone animato.

 

Nello studio a Seul mancava però qualcuno che potesse seguire gli scenografi nel loro lavoro, per cui si concretizzò un'esperienza durata tre mesi nella capitale coreana, tra Galbi, Bibimbap e Bulgogi (piatti tipici della cucina locale piuttosto sfiziosi).

 

Oltre al cibo e alla scoperta di un mondo orientale estremamente affascinante, l'esperienza professionale venne ulteriormente arricchita dall'apprendimento della tecnica di stesura del colore, identica a quella americana, utilizzata per dipingere i fondali delle scenografie con l'acrilico, ottenendo però un effetto simile all'olio, dalle sfumature morbide e dal grande impatto scenico.

Terminata l'esperienza animata, Paolo tornò a dedicarsi alle copertine, portando ciò che aveva imparato a Seul nell'editoria italiana, tra astronavi, avventurieri e ragazzi disperati.

 

Nel 2003 arrivò dalla Mondadori l'incarico di dipingere una spada di cristallo nero, dalla guardia a forma di ali di drago, per un manifesto pubblicitario. L'illustrazione doveva servire a promuovere il primo libro di una trilogia dell'allora esordiente Licia Troisi.

Dopo diversi mesi Paolo illustrò la copertina di quel primo romanzo : Nihal della terra del vento.

In un certo senso, quella fu la reazione detonante che portò l'arte di Barbieri a svilupparsi esponenzialmente, e a essere conosciuta da un numero sempre maggiore di persone e appassionati del genere fantasy.

L'intreccio tra le storie create da Licia, e le copertine create da Paolo, funzionò così bene che Mondadori decise di affidare all'illustratore la realizzazione del libro illustrato chiamato Creature del Mondo Emerso (2007), seguito dopo alcuni anni da Guerre del Mondo Emerso- Guerrieri e Creature (2010).

 

Il rapporto creato con Licia va al di là della semplice collaborazione virtuale (e spesso inesistente), tra scrittore e illustratore, celebrando una sottile empatia frutto della medesima cultura radicata in quel mondo giapponese, che nelle ultime decadi ha ispirato e fatto sognare milioni di persone in tutto il mondo.

Non mancano fatti “insoliti”, nell'esperienza illustrativa di Paolo, tra cui le emozionanti mail di complimenti ricevute da George R. R. Martin, Herbie Brennan, per le copertine italiane di loro romanzi.

L'evoluzione dell'arte di Paolo tutt'ora continua, attraverso disegni dallo stile classico o sperimentazioni che attraversano i mondi creati da Giovanni Del Ponte, Francesco Dimitri, Isaac Asimov, Cassandra Clare, Cecilia Randall, e altri scrittori dalla fantasia pronta a farsi ritrarre in mille modi.

Ora un nuovo libro illustrato è in preparazione: Paolo oltre a creare le illustrazioni, scriverà anche i testi, per completare un percorso autoriale iniziato decenni prima, nel silenzio di un foglio bianco.

 

 

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